Il programma quadro della ricerca europea, Horizon 2020, partito nel 2014 con una dotazione finanziaria di circa 80 miliardi di euro per 7 anni, riconosce a tale scelta strategica un ruolo di primo piano, modellandola sulle priorità dettate dalla Strategia Europa 2020, volta ad una crescita che sia sostenibile, intelligente e socialmente inclusiva. Horizon 2020 dedica a tale tema un terzo delle proprie attività (cfr. figura 1), e nel cosiddetto terzo pilastro – appunto Societal Challenge, la prima sfida è quella di Salute, cambiamento demografico e benessere, nella quale rientra il tema della Ageing Society (invecchiamento della popolazione).
Con l'espressione inglese Ageing society si designa l’attuale tendenza mondiale verso l'invecchiamento demografico. Questo trend, assai più rilevante nelle cosiddette “economie mature”, è causato da un consistente aumento dell’aspettativa di vita, accoppiato ad una drastica riduzione della natalità (Cfr. Figura 2).
Nell’ambito delle attività strategiche del Comitato per la Scienza e la Tecnologia (CSTP) dell’OECD, l’Italia ha iniziato nel maggio del 2013 un processo consultivo sul tema della Ageing Society, conclusosi nella sua prima fase con la redazione di Preliminary Position Paper dedicato a tale tema. L’esercizio, condotto dal MIUR ha coinvolto tutte le Amministrazioni centrali dello Stato e gli Enti di ricerca vigilati, con alcuni contributi del sistema universitario, ed è stato presentato all’Accademia dei Lincei il 31 maggio 2013.
Il Position Paper elaborato dal Governo Italiano, ora in fase di finalizzazione ed integrazione, e intitolato appunto: “Moving forward an Ageing Society” sarà tra l’altro, il filo conduttore di un evento della Presidenza Italiana dell’UE dedicato al tema della memoria, intitolato “Memory”. L’evento riunirà gli expertises di tre Joint Programming Initiatives (JPI’s) Europee correlate a tale tematica, ovvero:
- Neurodegenerative Diseases JPND;
- A Healthy Diet for a Healthy Life;
- Cultural Heritage & Global Change.
Il G8 Summit on Dementia, tenutosi a Londra nel dicembre 2012 ha riconosciuto tra l'altro che “… la demenza non è una parte normale di invecchiamento. E 'una condizione che altera le funzioni cerebrali cognitive di memoria, linguaggio, percezione e pensiero e che interferisce significativamente con la capacità di mantenere le attività della vita quotidiana.” Gli scienziati ed i Ministri in tale sede hanno inoltre messo in evidenza che: “… la demenza colpisce più di 35 milioni di persone in tutto il mondo, un numero che dovrebbe quasi raddoppiare ogni 20 anni.”
L'incidenza della demenza in Italia è simile a quella della maggior parte dei paesi industrializzati. Circa 150.000 nuovi casi ogni anno sono previsti. Un significativo effetto di genere è stato evidenziato per i principali sottotipi di demenza, con maggiore evidenza nei confronti della popolazione femminile.
I lusinghieri risultati ottenuti dal Prof. Lamberto Maffei a Pisa con il progetto Train the Brain per la prevenzione dell’Alzheimer, che ha dato risultati positivi nell’ottanta per cento dei casi trattati, suggeriscono di proseguire l’iniziativa e di realizzare centri di applicazione per rendere il training disponibile per tutti i cittadini che ne possono aver bisogno. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che l’esposizione ad un ambiente cognitivamente e socialmente stimolante e l’esercizio fisico, esercitano effetti benefici sulle funzionalità cerebrali, particolarmente nell’anziano, e riducono il rischio di sviluppare patologie dementigene.
Train the brain è un progetto unico al mondo, ed un primato italiano. "Allenare il cervello" significa vedere se sollecitazioni di vario tipo sul cervello possono rallentare il decorso del morbo di Alzheimer ed è un’iniziativa di un pioniere degli studi sulla plasticità cerebrale, Lamberto Maffei professore di Neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Il progetto si propone di verificare se mettendo pazienti in fase iniziale di malattia in un ambiente ricco di sollecitazioni e stimoli si riesce a modificare il decorso della loro malattia neurodegenerativa, riattivando, in pratica, le capacità naturali del cervello di modificarsi e ristrutturarsi, la sua plasticità, caratteristica che diminuisce nell'essere adulto .