Londra, luglio 2017 - Seguendo corretti stili di vita si può ridurre il rischio di cadere nella Demenza di Alzheimer. E’ una importante indicazione emersa nel corso della annuale conferenza AAIC 2017 della Associazione Internazionale Alzheimer svoltasi a Londra a fine luglio 2017.
Le ricerche presentate Londra hanno permesso di approfondire le conoscenze sui fattori di rischio che possono causare l’Alzheimer e altre forme di Demenza ed hanno indicato le linee guida per prevenire il declino cognitivo attraverso idonei comportamenti e corretti stili di vita.
In particolare gli studi hanno dimostrato i vantaggi ottenuti attraverso: una regolare attività fisica quotidiana, che migliora la circolazione del sangue e quindi anche l’afflusso al cervello; una stimolazione cognitiva, relazionandosi con altre persone per mantenere in esercizio la mente, impedendo situazioni di isolamento e di noia; un impegno in attività nuove come imparare a suonare uno strumento musicale, che richiede progettualità nel tempo e quindi programmazione di attività per i giorni futuri; una attenta e dosata alimentazione, che eviti anche l’eccesso di cibo e il consumo di alcool.
Dalla Conferenza di Londra, accanto a queste indicazioni, che hanno dato risultati positivi nelle sperimentazioni su numerosi gruppi di persone a rischio di cadere nell’Alzheimer, sono emerse nuove possibilità di diagnosi per individuare precocemente i segnali della patologia.
Inoltre numerosi studi presentati alla conferenza dell’AAIC hanno confermato un maggiore rischio di demenza nelle popolazioni che vivono in condizioni socioeconomiche svantaggiate. Anche l’appartenenza ad alcune razze costituisce un fattore di predisposizione alla malattia. Negli USA è stata documentata una maggiore frequenza di casi negli afroamericani e nei latini rispetto a quanto riscontrato nella popolazione bianca e negli americani di origine asiatica.
La prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali nella lotta all’Alzheimer dato che per questa patologia non esiste ancora una cura. L’Alzheimer è una malattia molto insidiosa perché per lungo tempo, 15 -20 anni, non da sintomi e chi è malato non lo sa. La malattia lavora in silenzio distruggendo progressivamente i neuroni del cervello, i neuroni superstiti si attivano e compensano le perdite causate dall’Alzheimer e quindi chi è malato non se ne accorge, ma la malattia continua a danneggiare il cervello fino a quando il corredo neuronale è devastato e appaiono i sintomi gravi ma a quel punto la medicina è impotente e non c’è più possibilità di intervenire.