Allena il Cervello

Progetto Allena il Cervello per la salute della mente Contro la perdita di memoria e l’invecchiamento cerebrale.

Agli individui che dopo i test neurologici mostrano deficit cognitivi si consiglia di effettuare esami clinici di tipo cardiocircolatorio, esami del sangue, eventuale risonanza cerebrale. Di solito viene escluso il 90% dei soggetti sottoposti ai test, al 10% rimanente viene suggerito di

ALLENARE IL CERVELLO

seguendo il protocollo sperimentato a Pisa, che comprende attività fisiche aerobiche e esercizi cognitivamente stimolanti, con lo scopo è di facilitare e motivare la pratica dell’esercizio fisico, sotto il controllo di fisioterapisti. L’attività viene modulata in funzione dei risultati e della valutazione cardiovascolare in modo da ottenere un effetto allenante progressivo. Per la parte di stimolazione cerebrale sono organizzate, sotto il controllo di operatori professionali, neurologi e psicologi, le attività che impegnano la memoria e l’intelligenza. Periodicamente si effettuano valutazioni cognitive che sono confrontate con la valutazione iniziale

La medicina ci ha resi più longevi ma non ha sviluppato parallelamente le cure per le neuropatie. Così si rischia nei prossimi decenni di andare verso una popolazione di longevi, molti dei quali affetti da deficit cognitivi.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della Salute, indicano che nel mondo sono 44 milioni le persone con deficit neurologici. Ogni 4 secondi viene diagnosticato un nuovo caso.

Le patologie neurologiche iniziano 10-15 anni prima che si manifestino i sintomi, e quando questo accade spesso è troppo tardi per correre ai ripari, quindi è importante la prevenzione e cercare di individuare in anticipo i primi segnali con i controlli e i test premonitori.

Il cervello è un organo come tutti gli altri, con lo stress e con il passare degli anni può perdere vivacità. Per mantenere attive le capacità mentali si deve fare esercizio, allenare la mente, proprio come si fa andando in palestra a fare ginnastica. In palestra i nostri muscoli non tornano quelli dei diciotto anni ma restano più tonici, più funzionali e si allontana il rischio di ammalarsi. La stessa cosa accade per il cervello, che ha anche bisogno di controlli e di prevenzione come siamo abituati a fare andando dal cardiologo o dall’oculista, ma non andiamo mai a fare un controllo del nostro stato cognitivo.

La demenza di Alzheimer colpisce nel mondo una persona ogni tre secondi. Chi è malato non lo sa, non se ne accorge, i sintomi appaiono solo dopo 15 – 20 anni, quando la patologia ha devastato gran parte del patrimonio neuronale e quando il cervello che nel corso degli anni ha compensato i danni della patologia, rendendola silente, non è più in grado di supplire alle perdite di neuroni. La prevenzione è fondamentale in questa patologia per la quale non esistono cure, dato che la perdita di neuroni non può essere ripristinata e dato che i farmaci finora tentati non hanno dato risultati e anzi hanno prodotto spesso negativi effetti collaterali. Con la diagnosi precoce e la prevenzione si può intervenire per tempo, applicando opportuni stili di vita che evitano comportamenti a rischio e praticando il protocollo Train the Brain (Allena il cervello) che mantiene la mente attiva e rallenta la perdita cognitiva. L’Alzheimer colpisce oltre 40 milioni di persone nel mondo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che i malati raddoppieranno nel giro di venti anni. Questa patologia è in testa all’agenda politica, sanitaria e scientifica internazionale, al punto che i maggiori paesi del mondo hanno organizzato a Londra nel 2013 il G8 delle demenze. In tale occasione gli esperti hanno sottolineato la necessità di trovare strategie efficaci per prevenire e contenere il decorso, raccomandando lo svolgimento di attività di prevenzione e ricerche per anticipare la patologia, individuando i soggetti a rischio prima che cadano nella malattia e che il corredo neuronale sia compromesso. È proprio questo lo scopo di “Train the Brain”, l’allenamento della mente, studiato e realizzato con successo dal neurofisiologo Prof. Lamberto Maffei con gli Istituti di Neuroscienze e di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e con l’Università di Pisa. Il protocollo, realizzato per la prevenzione e il trattamento di forme neurodegenerative dovute all’invecchiamento, ha dato risultati positivi nell’80% dei soggetti trattati e viene ripetuto, inizialmente a Roma e successivamente anche in altre città, dalla Fondazione Igea Onlus in collaborazione con le Università. Le persone più esposte, sono quelle che hanno superato i 60 – 65 anni, dato che il rischio aumenta con l’età. Le donne sono doppiamente colpite dalla diffusione di queste patologie, sia perché si ammalano più frequentemente degli uomini, sia perché su di loro ricade spesso il peso dell’assistenza ai familiari colpiti dalla patologia. In Italia i malati sono circa 900 mila. Il nostro paese è tra le nazioni maggiormente a rischio perché la popolazione italiana è tra le più anziane del mondo.