Esposizione alle polveri sottili fattore di rischio Alzheimer a tutte le età dai bambini agli anziani

Mag 6, 2018

Le polveri sottili che inquinano l’aria nelle città sono un fattore di rischio per l’AIzheimer, particolarmente grave perchè sono esposti individui a tutte le età, dai bambini fino alle persone anziane. A confermare la relazione tra inquinamento e rischio di malattia – informa una nota dell’ANSA - è uno studio pubblicato sul Journal of Environmental Research, che mostra come l'inizio del processo che porta a questa malattia sia da andare a rintracciare già molti decenni prima che i sintomi si manifestino.

I ricercatori dell'University of Montana hanno studiato 203 autopsie di persone residenti di Città del Messico, decedute a un'età compresa tra 11 mesi e 40 anni. La capitale del Messico, come noto, è una megalopoli che conta 24 milioni di abitanti esposti quotidianamente a concentrazioni di polveri sottili (PM2,5) e ozono superiori agli standard consentiti. Nei cervelli di questi giovani e giovanissimi cittadini esposti all'inquinamento sono stati trovati livelli particolarmente alti di due proteine anomale, ovvero la tau -iperfosforilata e la beta-amiloide, che sono presenti nella malattia di Alzheimer. Inoltre è stato individuato un noto fattore di rischio genetico per l'Alzheimer, l'apolipoproteina E (APOE 4). Le minuscole particelle inquinanti che entrano nell’organismo attraverso la respirazione, secondo i ricercatori, viaggiano in tutto il corpo con il sistema circolatorio, fino ad andare a creare danni nel cervello. "I segni caratteristici dell'Alzheimer cominciano nell'infanzia negli ambienti inquinati e noi dobbiamo attuare misure preventive efficaci subito. È inutile agire decenni dopo", spiega l'autrice principale dello studio, Lilian Calderón-Garcidueñas.

Lo studio della University of Montana conferma i dati di Public Health Ontario (Canada), pubblicati lo scorso anno su “Lancet”, in cui i ricercatori avevano analizzato i dati di oltre 6.5 milioni di persone residenti vicino a strade ad alto traffico tra i 20 e gli 85 anni riscontrando nei neuroni del cervello la presenza di particelle tossiche prodotte dai motori degli automezzi.

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